Animot 1: Jackie D.

Animot 1: Jackie D.

Anno I, numero 1, giugno 2014

Jackie D., a cura di Leonardo Caffo e Maurizio Ferraris

Abstract

L’animalità attraversa tutto il pensiero del “secondo” Derrida: un pensatore apparentemente molto diverso da quello di Della Grammatologia – concentrato a problematizzare, alla luce del nostro rapporto col non umano, concetti quali “vita”, “sovranità”, “morte” e “potere”. Ma come è possibile connettere queste due fasi del filosofo e che ruolo hanno avuto gli animali nel suo pensiero? Queste e altre questioni, a partire dall’opera teorica di Derrida sull’animalità, saranno analizzate in questo primo numero di Animot.

Sommario

Tracce

  • Leonardo Caffo, J. Derrida: umanità/animalità, ontologia sociale e accelerazionismo
  • Felice Cimatti, Animalità e desiderio. Storie di gatte, e non solo
  • Marco Mazzeo, Il gatto e la fiaba: due obiezioni a L’animale che dunque sono di Derrida
  • Patrick Llored, La repressione logocentrica contro gli animali. Cosa identifica l’antispecismo derridiano?
  • Richard Iveson Derrida e il desiderio di porre fine a ogni vita. La decostruzione, De Landa e la vivacità degli oggetti
  • David Wood, Come non mangiare. Decostruzione e umanismo
  • Eleonora Adorni, L’etica della decostruzione e della responsabilità. Breve nota a Comment ne pas manger di David Wood

Ospiti

  • Maurizio Ferraris, Su due diversi Derrida: dal “non c’è fuori testo” all’animalità. Conversazione con Leonardo Caffo
  • Petar Bojanić, Del sovrano e della sovranità

Appendice

  • Valentina Sonzogni, Tiziana Pers per Animot 1

Editoriale

Animot 01/2014: Jackie D.Animot. L’altra filosofia è una rivista dedicata agli studi animali che si prefigge di attraversare quante più discipline possibili, per svelare i meccanismi manifesti e invisibili che ci separano dall’alterità animale.

L’altra filosofia è una filosofia fatta dal punto di vista dell’altro: questo, in effetti, il senso della rivista che stringete tra le mani. Animot è una parola che denota infinite vite, una pluralità di significanti, coniata da Jacques Derrida a cui non potevamo, dunque, non dedicare questo primo numero.

Maurizio Ferraris, che ha co-curato questo numero, ha lavorato molti anni con Derrida e ci ha aiutato a comprendere qualcosa in più su questo pensatore, così complesso, che ha fatto dell’animalità e degli animali l’ultimo punto d’approdo delle sue ricerche teoriche. A lui, come a Petar Bojanić che di Derrida è stato allievo, va la nostra riconoscenza per averci concesso un ricordo nitido, e non filtrato dalla mitizzazione, del lavoro di quest’uomo che ha assunto la prospettiva dell’assolutamente altro per raccontare il senso dello stare al mondo – e una possibilità diversa per il domani. Grazie a Felice Cimatti, Richard Iveson, Patrick Llored, Marzo Mazzeo, David Wood, per aver lasciato delle “tracce” – così si chiama simbolicamente la sezione più teorica di questo numero – a proposito di una loro rilettura delle teorie di Derrida sull’animalità, ma grazie anche a Eleonora Adorni, Alessandra Colla, Natale Fioretto e Giacomo Petrarca, per il magistrale lavoro di traduzione e revisione. Ringraziamo, infine, Tiziana Pers che con creatività e profondità ha lavorato con noi e con gli autori per mettere in risalto, attraverso le opere create apposta per Animot, alcuni tra i momenti salienti della loro scrittura, ma anche del pensiero del filosofo franco-algerino, il cui volto e la cui corporeità sono ospiti d’onore del primo numero, a partire dalla copertina.

Ogni nascita, anche quella di una rivista, è segnata dalla speranza – quale, in questo caso? Che attraverso l’animalità si possa rileggere la nostra storia e scoprire sulle spalle di chi è stata costruita: rivedere gli animali come soggetti di sguardo su questo mondo e, infine, proprio grazie a pensatori come Derrida, rivederci noi stessi, animali. Il numero si chiama “Jackie D.”, non Jacques, ma Jackie – il nome “vero” di Derrida – quello da algerino, da discriminato, da corpo umano. Il perché, va da sé – è nascosto silenziosamente tra le pagine che seguono: buona lettura.

La direzione scientifica

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